Agroecologia e agricoltura biodinamica
Il libro, edito da Slow Food a fine 2022, vuole essere una risposta riflessiva alle polemiche sorte dopo la presentazione della proposta di legge in Parlamento di equiparare l’agricoltura biodinamica a quella biologica, proposta inizialmente respinta perché la biodinamica è stata accusata di avvalersi di pratiche antiscientifiche e “stregonesche”.
Otto docenti universitari in altrettanti capitoli mettono in evidenza come ai fini della sostenibilità ambientale nessuna attività sia più rilevante di quella agricola e che, se oggi il comparto agroalimentare è il principale responsabile del surriscaldamento globale, è necessario pensare a nuovi modelli produttivi, per realizzare una vera agroecologia.
Per agroecologia si intende l’applicazione di concetti e principi ecologici alla produzione agricola “con l’obiettivo di recuperare un rapporto equilibrato con la natura, con le risorse non rinnovabili e di trovare modelli in grado di garantire equità sociale, paradigmi di consumo consapevole e di distribuzione responsabile” (Francesco Sottile, pag. 25). Si rende necessario recuperare e rafforzare l’equilibrio di tutti gli ecosistemi, che sono diversi l’uno dall’altro.
In ogni agrosistema, che può essere un’azienda agricola, le biodiversità di colture, specie selvatiche, insetti e microbi si integrano e rendono l’ecosistema stesso più resistente alle condizioni climatiche avverse, garantendo lo sviluppo di un’adeguata fertilità del suolo. Anche l’allevamento non intensivo, con animali nutriti con foraggi prodotti in azienda, contribuisce all’equilibrio e all’efficienza del sistema, che non ha più bisogno della chimica di sintesi.
La sorpresa è che questa visione sistemica della natura coincide con quella dell’agricoltura biodinamica: come l’agricoltura biologica non usa i fitofarmaci ma in più rende centrale la conservazione della fertilità del suolo e la relazione tra tutti gli organismi dell’agrosistema.
Il movimento biodinamico nasce con le “Lezioni di agricoltura”, poi intitolate “Impulsi scientifico-spirituali”, otto conferenze tenute nel 1924 dal filosofo tedesco Rudolf Steiner che per reagire all’agricoltura industriale che si stava affermando “vuole ricostruire gli antichi valori e pratiche dell’agricoltura tradizionale germanica…e dare un senso più profondo all’attività produttiva agricola” (Piero Bevilacqua, pag 39).
Contesto storico
Negli anni 30 del Novecento si stavano diffondendo altre pratiche alternative all’agricoltura industriale: negli Stati Uniti nel 1935 era stato costituito il “Soil Conservation Service” a seguito delle tempeste di sabbia, il “Dust Bowl”, che avevano strappato il suolo troppo sfruttato, coltivato a cereali, dalla roccia madre. In Gran Bretagna l’agronomo Albert Howard, inviato in India nel 1905 dal governo inglese per promuovere l’agricoltura chimica, era diventato un ammiratore dell’agricoltura contadina indiana.
In Germania, negli anni Quaranta dell’Ottocento, dopo la realizzazione dei primi concimi artificiali, ad opera di Justus von Liebig, iniziarono a fronteggiarsi due fazioni: quella dei mineralisti, per i quali le piante si nutrivano assorbendo con le radici i sali minerali, e quindi i concimi chimici, e quella degli umisti che assegnavano all’humus la funzione del nutrimento, concezione questa che è alla base di tutte le agricolture organiche.
Per Steiner l’attività agricola si svolge all’interno di un un ecosistema in cui è fondamentale conservare la salute del suolo. È vero che riprende tradizioni arcaiche, come quella del famigerato corno letame o preparato 500, che sono state al centro delle polemiche sul biodinamico, ma queste sono “parti caduche” e minime di una visione più ampia. Semmai si può riconoscere che “il letame reso maturo e spruzzato sulla terra o sul compost esercita i suoi principi attivi attraverso i microrganismi che contiene” (pag. 43).
Ma se oggi si parla tanto di sostenibilità ambientale e agroecologia è anche perché gli attuali modelli produttivi agricoli hanno mostrato gravi criticità. La cosiddetto Rivoluzione verde, iniziata nel 1944, ha portato all’industrializzazione delle attività agricole, rendendo possibile l’aumento della produttività e quindi una crescente disponibilità di cibo la cui principale conseguenza è stato un rapido ed enorme incremento demografico. Si è però instaurato un circolo vizioso: “È infatti evidente che più cresce la produttività agricola, più aumenta la popolazione, e che più cresce la popolazione più è necessario aumentare la disponibilità di cibo attraverso l’innalzamento della produttività agricola.” (Simone Vieri pag. 59).
Nell’agricoltura industriale “tre imprese multinazionali controllano tutto il mercato mondiale dei semi geneticamente modificati, e circa l’80% di quello dei semi convenzionali e degli agrofarmaci; sei imprese controllano il 60% del mercato delle macchine e degli attrezzi agricoli e due di queste si dividono il mercato delle trattici; dieci imprese controllano il mercato mondiale dei fertilizzanti chimici di sintesi; cinque imprese controllano il 75% dei farmaci veterinari.”
In questo sistema i soggetti più deboli sono gli agricoltori, che possono solo adeguarsi, e i consumatori che hanno a disposizione cibo che deriva da monoculture e allevamenti intensivi. Le conseguenze sono i problemi di sovrappeso; delle perdite e sprechi di cibo; dell’inquinamento di terra, acqua e aria per eccessivo impiego di prodotti chimici ed emissione di gas serra; dei danni alla salute umana e delle condizioni inaccettabili in cui spesso sono allevati gli animali.
Benefici dell’agricoltura biodinamica
A fronte di tutto questo bisogna però riconoscere che le forme di agricoltura praticate al di fuori di questo sistema, come quella biologica o quella biodinamica sono “economicamente residuali”. Occupano una superficie minima delle terre coltivate e il loro mercato è concentrato per l’80% in Nordamerica ed Europa. Il problema è quindi “capire come si possa costruire un’alternativa all’attuale sistema agroindustriale continuando a garantire l’approvigionamento su scala globale”.
Si può però ricordare che l’agricoltura biodinamica ha dato ottimi risultati nella produzione di vini. Nella viticoltura biodinamica si sono rivelati importanti per un buon vino “l’uso di preparati biodinamici, il compostaggio biodinamico, la biodiversità, i sovesci, l’attenzione maniacale per la salute della pianta, la tutela e la creazione dell’organismo agricolo.” (Adrano Zago, pag. 110). Nel vigneto coltivato con il metodo biodinamico si ha un suolo più scuro, più poroso, con un microbioma più sviluppato, grazie alla sostanza organica che sostituisce quella chimica.
L’agricoltura biodinamica consente anche di “avere cibi ad alta qualità nutrizionale che possono contrastare la tendenza del cibo industriale che produce quella sovranutrizione carenziata per cui l’organismo aumenta inconsciamente la quantità di cibo povero di forze vitali e di nutrienti” (Sergio Maria Francardo, pag 123). Studi autorevoli hanno dimostrato come nelle scuole steineriane, in cui le mense offrono cibo prodotto con metodo biodinamico, ci sia una notevole riduzione dell’obesità, delle allergie e delle carie dentali, in confronto alle altre scuole.
L’agricoltura biodinamica risponde comunque “a una duplice funzione sociale: la soddisfazione delle preferenze di un numero crescente di consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e pratiche naturali e la fornitura al pubblico di beni che contribuiscono alla tutela dell’ambiente, al benessere degli animali e allo sviluppo rurale” (Stefano Masini, pag 147).
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biodinamica —- nuovi modelli produttivi, per realizzare una vera agroecologia
biodinamica —- Per agroecologia si intende l’applicazione di concetti e principi ecologici alla produzione agricola
biodinamica —– Il movimento biodinamico nasce con le “Lezioni di agricoltura”
biodinamica —– Il libro, edito da Slow Food a fine 2022, vuole essere una risposta riflessiva alle polemiche sorte dopo la presentazione della proposta di legge in Parlamento di equiparare l’agricoltura biodinamica a quella biologica, proposta inizialmente respinta perché la biodinamica è stata accusata di avvalersi di pratiche antiscientifiche e “stregonesche”…
biodinamica—– Otto docenti universitari in altrettanti capitoli mettono in evidenza come ai fini della sostenibilità ambientale nessuna attività sia più rilevante di quella agricola e che, se oggi il comparto agroalimentare è il principale responsabile del surriscaldamento globale, è necessario pensare a nuovi modelli produttivi, per realizzare una vera agroecologia…
biodinamica —– Per agroecologia si intende l’applicazione di concetti e principi ecologici alla produzione agricola “con l’obiettivo di recuperare un rapporto equilibrato con la natura, con le risorse non rinnovabili e di trovare modelli in grado di garantire equità sociale, paradigmi di consumo consapevole e di distribuzione responsabile” (Francesco Sottile, pag. 25). Si rende necessario recuperare e rafforzare l’equilibrio di tutti gli ecosistemi, che sono diversi l’uno dall’altro…
biodinamica—– In ogni agrosistema, che può essere un’azienda agricola, le biodiversità di colture, specie selvatiche, insetti e microbi si integrano e rendono l’ecosistema stesso più resistente alle condizioni climatiche avverse, garantendo lo sviluppo di un’adeguata fertilità del suolo. Anche l’allevamento non intensivo, con animali nutriti con foraggi prodotti in azienda, contribuisce all’equilibrio e all’efficienza del sistema, che non ha più bisogno della chimica di sintesi…
biodinamica —– La sorpresa è che questa visione sistemica della natura coincide con quella dell’agricoltura biodinamica: come l’agricoltura biologica non usa i fitofarmaci ma in più rende centrale la conservazione della fertilità del suolo e la relazione tra tutti gli organismi dell’agrosistema…
biodinamica—– Il movimento biodinamico nasce con le “Lezioni di agricoltura”, poi intitolate “Impulsi scientifico-spirituali”, otto conferenze tenute nel 1924 dal filosofo tedesco Rudolf Steiner che per reagire all’agricoltura industriale che si stava affermando “vuole ricostruire gli antichi valori e pratiche dell’agricoltura tradizionale germanica…e dare un senso più profondo all’attività produttiva agricola”…
biodinamica —– Negli anni 30 del Novecento si stavano diffondendo altre pratiche alternative all’agricoltura industriale: negli Stati Uniti nel 1935 era stato costituito il “Soil Conservation Service” a seguito delle tempeste di sabbia, il “Dust Bowl”, che avevano strappato il suolo troppo sfruttato, coltivato a cereali, dalla roccia madre. In Gran Bretagna l’agronomo Albert Howard, inviato in India nel 1905 dal governo inglese per promuovere l’agricoltura chimica, era diventato un ammiratore dell’agricoltura contadina indiana…
biodinamica—– In Germania, negli anni Quaranta dell’Ottocento, dopo la realizzazione dei primi concimi artificiali, ad opera di Justus von Liebig, iniziarono a fronteggiarsi due fazioni: quella dei mineralisti, per i quali le piante si nutrivano assorbendo con le radici i sali minerali, e quindi i concimi chimici, e quella degli umisti che assegnavano all’humus la funzione del nutrimento, concezione questa che è alla base di tutte le agricolture organiche…
biodinamica —– Per Steiner l’attività agricola si svolge all’interno di un un ecosistema in cui è fondamentale conservare la salute del suolo. È vero che riprende tradizioni arcaiche, come quella del famigerato corno letame o preparato 500, che sono state al centro delle polemiche sul biodinamico, ma queste sono “parti caduche” e minime di una visione più ampia. Semmai si può riconoscere che “il letame reso maturo e spruzzato sulla terra o sul compost esercita i suoi principi attivi attraverso i microrganismi che contiene”…
biodinamica—– Ma se oggi si parla tanto di sostenibilità ambientale e agroecologia è anche perché gli attuali modelli produttivi agricoli hanno mostrato gravi criticità. La cosiddetto Rivoluzione verde, iniziata nel 1944, ha portato all’industrializzazione delle attività agricole, rendendo possibile l’aumento della produttività e quindi una crescente disponibilità di cibo la cui principale conseguenza è stato un rapido ed enorme incremento demografico. Si è però instaurato un circolo vizioso: “È infatti evidente che più cresce la produttività agricola, più aumenta la popolazione, e che più cresce la popolazione più è necessario aumentare la disponibilità di cibo attraverso l’innalzamento della produttività agricola.”…
biodinamica —– Nell’agricoltura industriale “tre imprese multinazionali controllano tutto il mercato mondiale dei semi geneticamente modificati, e circa l’80% di quello dei semi convenzionali e degli agrofarmaci; sei imprese controllano il 60% del mercato delle macchine e degli attrezzi agricoli e due di queste si dividono il mercato delle trattici; dieci imprese controllano il mercato mondiale dei fertilizzanti chimici di sintesi; cinque imprese controllano il 75% dei farmaci veterinari.”…
biodinamica—– In questo sistema i soggetti più deboli sono gli agricoltori, che possono solo adeguarsi, e i consumatori che hanno a disposizione cibo che deriva da monoculture e allevamenti intensivi. Le conseguenze sono i problemi di sovrappeso; delle perdite e sprechi di cibo; dell’inquinamento di terra, acqua e aria per eccessivo impiego di prodotti chimici ed emissione di gas serra; dei danni alla salute umana e delle condizioni inaccettabili in cui spesso sono allevati gli animali…
biodinamica —– A fronte di tutto questo bisogna però riconoscere che le forme di agricoltura praticate al di fuori di questo sistema, come quella biologica o quella biodinamica sono “economicamente residuali”. Occupano una superficie minima delle terre coltivate e il loro mercato è concentrato per l’80% in Nordamerica ed Europa. Il problema è quindi “capire come si possa costruire un’alternativa all’attuale sistema agroindustriale continuando a garantire l’approvigionamento su scala globale”…
biodinamica—– Si può però ricordare che l’agricoltura biodinamica ha dato ottimi risultati nella produzione di vini. Nella viticoltura biodinamica si sono rivelati importanti per un buon vino “l’uso di preparati biodinamici, il compostaggio biodinamico, la biodiversità, i sovesci, l’attenzione maniacale per la salute della pianta, la tutela e la creazione dell’organismo agricolo.” (Adrano Zago, pag. 110). Nel vigneto coltivato con il metodo biodinamico si ha un suolo più scuro, più poroso, con un microbioma più sviluppato, grazie alla sostanza organica che sostituisce quella chimica…
biodinamica —– L’agricoltura biodinamica consente anche di “avere cibi ad alta qualità nutrizionale che possono contrastare la tendenza del cibo industriale che produce quella sovranutrizione carenziata per cui l’organismo aumenta inconsciamente la quantità di cibo povero di forze vitali e di nutrienti” (Sergio Maria Francardo, pag 123). Studi autorevoli hanno dimostrato come nelle scuole steineriane, in cui le mense offrono cibo prodotto con metodo biodinamico, ci sia una notevole riduzione dell’obesità, delle allergie e delle carie dentali, in confronto alle altre scuole…
biodinamica—– L’agricoltura biodinamica risponde comunque “a una duplice funzione sociale: la soddisfazione delle preferenze di un numero crescente di consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e pratiche naturali e la fornitura al pubblico di beni che contribuiscono alla tutela dell’ambiente, al benessere degli animali e allo sviluppo rurale”…
biodinamica —– Il libro, edito da Slow Food a fine 2022, vuole essere una risposta riflessiva alle polemiche sorte dopo la presentazione della proposta di legge in Parlamento di equiparare l’agricoltura biodinamica a quella biologica, proposta inizialmente respinta perché la biodinamica è stata accusata di avvalersi di pratiche antiscientifiche e “stregonesche”…
biodinamica—– Otto docenti universitari in altrettanti capitoli mettono in evidenza come ai fini della sostenibilità ambientale nessuna attività sia più rilevante di quella agricola e che, se oggi il comparto agroalimentare è il principale responsabile del surriscaldamento globale, è necessario pensare a nuovi modelli produttivi, per realizzare una vera agroecologia…
biodinamica —– Per agroecologia si intende l’applicazione di concetti e principi ecologici alla produzione agricola “con l’obiettivo di recuperare un rapporto equilibrato con la natura, con le risorse non rinnovabili e di trovare modelli in grado di garantire equità sociale, paradigmi di consumo consapevole e di distribuzione responsabile” (Francesco Sottile, pag. 25). Si rende necessario recuperare e rafforzare l’equilibrio di tutti gli ecosistemi, che sono diversi l’uno dall’altro…
biodinamica—– In ogni agrosistema, che può essere un’azienda agricola, le biodiversità di colture, specie selvatiche, insetti e microbi si integrano e rendono l’ecosistema stesso più resistente alle condizioni climatiche avverse, garantendo lo sviluppo di un’adeguata fertilità del suolo. Anche l’allevamento non intensivo, con animali nutriti con foraggi prodotti in azienda, contribuisce all’equilibrio e all’efficienza del sistema, che non ha più bisogno della chimica di sintesi…
biodinamica —– La sorpresa è che questa visione sistemica della natura coincide con quella dell’agricoltura biodinamica: come l’agricoltura biologica non usa i fitofarmaci ma in più rende centrale la conservazione della fertilità del suolo e la relazione tra tutti gli organismi dell’agrosistema…
biodinamica—– Il movimento biodinamico nasce con le “Lezioni di agricoltura”, poi intitolate “Impulsi scientifico-spirituali”, otto conferenze tenute nel 1924 dal filosofo tedesco Rudolf Steiner che per reagire all’agricoltura industriale che si stava affermando “vuole ricostruire gli antichi valori e pratiche dell’agricoltura tradizionale germanica…e dare un senso più profondo all’attività produttiva agricola”…
biodinamica —– Negli anni 30 del Novecento si stavano diffondendo altre pratiche alternative all’agricoltura industriale: negli Stati Uniti nel 1935 era stato costituito il “Soil Conservation Service” a seguito delle tempeste di sabbia, il “Dust Bowl”, che avevano strappato il suolo troppo sfruttato, coltivato a cereali, dalla roccia madre. In Gran Bretagna l’agronomo Albert Howard, inviato in India nel 1905 dal governo inglese per promuovere l’agricoltura chimica, era diventato un ammiratore dell’agricoltura contadina indiana…
biodinamica—– In Germania, negli anni Quaranta dell’Ottocento, dopo la realizzazione dei primi concimi artificiali, ad opera di Justus von Liebig, iniziarono a fronteggiarsi due fazioni: quella dei mineralisti, per i quali le piante si nutrivano assorbendo con le radici i sali minerali, e quindi i concimi chimici, e quella degli umisti che assegnavano all’humus la funzione del nutrimento, concezione questa che è alla base di tutte le agricolture organiche…
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